Giusto qualcosa da dire

si va per mari e monti così
come per menti – a braccio – al ristoro
(dove lasciai i lacci il vento portò via le scarpe)
ho un buco allo stomaco e non mente – degenera
quel che basta per andare contro
– e mi piace
ricordare che non mente la terra
che qui m’esorta – risorta da ceneri di falò
quelli sulla spiaggia sotto Selene – che amica non era;
foro
al centro del costato accanto al muscolo lodato e lodato sia
questo amaro, a rimarcare disappunto
occhi (che negai)
libri – muri – di questa soffitta che rintana
quando strillo e non mi sento – quando piango asciutto e non è sogno
né incubo. un gatto morto (non doveva)
una cagnetta mi leccava le ginocchia
figli e genitori in abbondanza
accumulati senza dividere
pupazzi
di neve nei cortili, sotto balconi di bambini (coi pensieri morti altrove)
manichini – due mani – due piedi
torna tutto
tutto
e niente, permane il tempo sufficiente (a distinguere)
souvenir
comprati quel dì a chissà chi nel caso avessi dovuto fingere
gratitudine, tra il bacio e la stretta di mano;
anni
conosco il vento e sue correnti (gli stalli nel vuoto d’un aeroplano)
semina e raccolto senza garanzie (gli avvitamenti in volo)
– da qualche parte –
la morte. ho idea che farò tardi
questa volta senza giustificazione – forse lacrime secche
forse caccole da staccare
forse
l’ultima parola (vana) da ridire…

1.11.2012
Angela Fragiacomo
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