1
Doveva farlo
come si fanno le cose
che vanno fatte
andare al cesso in un bagno pubblico: il tempo necessario senza sporcarsi troppo.
Avrebbe parlato, in quell’ufficio lo avrebbe affrontato.
Non che avesse paura, sebbene le voci non fossero incoraggianti.
Le rimaneva difficile parlare di sé – ma, voleva dare l’immagine giusta, iconoclastica, soprattutto voleva far pulizia.
Lui non era “così” cattivo; affascinante, senza esibizione – sicuro di sé.
Vero, non era solito dare confidenza.
Rimpallava la biglia, lucida liscia, rossa, in un gioco di suoni illusori: “non dà confidenza…” – tintinnio – rispettoso pudore, cordiale riservatezza. “In fin dei conti è il capo…” – tintinnio –
Lui, aveva occhi, sissignori: piantati come seme in terra fertile, con noncuranza di chi abbia carica la pistola ma non intenda usarla; grigi, nell’ovale uno squarcio indecente, imperdonabili.
Le piaceva, oh! ma questo non aveva attinenza con l’andare al cesso senza sporcare, a un anno dalla mietitura – almeno così andava ripetendosi con buona pace della sua cintura, ora improvvisamente stretta -.
Continua a leggere
Angela Fragiacomo
Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.